Torremaggiore, FG - Italy
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Rievocazione storica

Rievocazione Storica dell'arrivo a Torremaggiore dei profughi di Fiorentino

L'evento che ha segnato nel XIII secolo il destino di Torremaggiore è rievocato con solennità e rigore, ossia la ripopolazione di Torremaggiore da parte dei profughi di Fiorentino, città d'origine bizantina, rasa al suolo il 26 ottobre 1255 dalle soldataglie di papa Alessandro IV, poste sotto il comando del conte Ruggero Sanseverino e controllate dal cardinale Ottaviano degli Ubaldini. Ai superstiti di Fiorentino, Dragonara e altri borghi minori, in una regione in cui infuria la guerra, non resta che trovare rifugio e ospitalità all'ombra dell'antica Abbazia benedettina di Torremaggiore.

Pensano bene i profughi, per ingraziarsi quei monaci, a recare seco un'effigie raffigurante il santo di Mira, sacre suppellettili e le masserizie varie. E' l'abate Leone, feudatario del luogo ad accogliere gli abitanti e il clero di Fiorentino, sfuggendo all'attacco dei papalini. La sua devozione alla casa di Svevia gli costerà la deposizione dalla carica.

"il dì di S. Caterina dello stesso anno (1250), l'imperatore (Federico 11) pigliò la strada di Lucera... il suo stato di salute divenne tale, che a Fiorentino, città vescovile a 9 miglia da Foggia, dovette fermarsi e quivi, dopo pochi giorni, il 15 di dicembre vi moriva... " (F. Lenormant: Nella Puglia Daunia). Nel 1252 Corrado, figlio legittimo di Federico, muore presso Lavello; pochi mesi dopo Manfredi, figlio naturale dell'imperatore, viene incoronato rè a Palermo. Papa Alessandro IV, allora, invia contro lo scomunicato sovrano un esercito controllato dal suo legato e parente, il cardinale Ottaviano degli Ubaldini, ed al comando del conte Ruggiero Sanseverino.

Il 26 ottobre del 1255, "...le genti de armi de lo Papa... disfecero Fiorentino e Dragonara, et uccisero tutti li Saraceni che se nce trovare... ", come ci ricorda Matteo Spinelli. In agro di Torremaggiore, a 9 km a Sud della città, sono ancora visibili i resti dell'antico abitato di Fiorentino, sorto su di uno sperone interfluviale (delimitato da Canale della Bufolo e dal Canaletto) posto lungo il tracciato della strada che da Teanum conduceva a Luceria, arteria che già nell'Età del Bronzo veniva utilizzata per la transumanza. La città si estendeva da Est ad Ovest per ca. 350 m., mentre la sua larghezza andava dagli 80 m., a livello del castello (opalatium), agli oltre 150 m. Leone d'Ostia cita quattro città fondate dal catapano Bastilo Baiohannes, ma solo di Troia riporta la data di fondazione (1018); delle altre, come la nostra, Dragonara, Tertiveri, etc.,sappiamo invece che sono sorte quasi contemporaneamente a quella. Fiorentino, come gli altri insediamenti citati, nasce per difendere la frontiera nord della Longobardia bizantina vale a dire la Puglia centro-settentrionale, dalle scorrerie dei Normanni e per ripopolare il Tavoliere, allora semideserto. La città nasce vicino ad un abitato più antico, ma già da tempo scomparso e dimenticato: si tratta, quindi, di una creazione "ex nihilo" voluta dai bizantini per precise strategie politico-militari.

Gli abitanti di Fiorentino solo in parte erano di origine o di tradizione greca (come a Dragonara e altrove sono presenti preti regolarmente sposati con prole), tant'è che tra il 1044 e il 1046 trumarca della città è un certo Landone (I. M. Martin: Fiorentino -1 -1982), che dal nome tradisce la sua origine longobarda; mentre la stessa cattedrale di Fiorentino è intitolata all'arcangelo Michele, il santo patrono del popolo longobardo. Infine, ne a Fiorentino, ne a Dragonara o Civitate o Troia è mai attestata la presenza di un pope o di un archimandrita, bensì di diaconi, preti, arcipreti e vescovi, anche se la singolare invadenza del culto di S. Nicola denuncia una sensibile influenza sui costumi e sulla liturgia da parte di Bisanzio. Dopo le devastazioni delle truppe papaline, agli sventurati superstiti non restava che mendicare una nuova patria. Ma dove andare? Sansevero e Foggia scontavano ancora le distruzioni provocate da Federico II nel 1233; Civitate non doveva versare in migliori condizioni, dal momento che alcuni anni dopo la sua diocesi verrà aggregata per qualche tempo a quella di Lucera (T. Leccisotti: Documenti di Capitanata... -1940), Lucera, poi, era saldamente tenuta dai Saraceni, che per la loro fede non furono mai accettati dalle popolazioni viciniori. Ecco quindi rivolgere lo sguardo e le speranze suo monastero di S. Pietro, che in Fiorentino vantava il possesso di alcune chiese, tra cui una dedicata a S. Nicola, cosa che avrà probabilmente loro suggerito, per ingraziarsi quei monaci, l'opportunità di traslare, insieme alla campana e ad altre suppellettili, anche una immagine del vescovo di Mira (M. Fraccacreta: Teatro storico...). Sta di fatto che nella zona in cui si stabilirono, il Codacchio, sorse una chiesa dedicata a questo santo e gli arcipreti di questa si definivano "fìorentinesi", esigendo, in forza di ciò, le decime sacramentali su tutte le terre che gravitano nel territorio della diruta città (Bolla di Giulio III del 1551 (Fraccacreta - IV -; Leccisotti: ...Apud Florentinum - pag. 7) In quel tempo era abate un certo Leone, eletto l'anno precedente, ma che sarà deposto nel 1266 per aver partecipato alla incoronazione dì rè Manfredi. Il cenobio benedettino non godeva più della floridezza di un tempo, causa le spoliazioni subite per mano di Federico, tanto che lo stesso casale di Terra Maggiore gli era stato tolto, insieme agli abitati di Sansevero, Sant'Andrea, S. Giusta, forzosamente permutati con il casale di Riccia e 500 once d'oro (beni che torneranno in possesso del monastero in epoca angioina). Mentre per il monastero, però, sta per giungere l'ora della completa rovina, per Terra Maggiore, che gli angioini chiameranno Torre Maggiore, inizia un'era di forte espansione territoriale e demografica: ai Fiorentinesi ed ai Dragonaresi vanno ad aggiungersi gli abitanti del vecchio casale, posto "ante monasterium" (Leccisotti: Monasterium Terrae Maioris), ed insieme occuperanno aree situate sempre più ad ovest e a nord di Torrevecchia, andando a costituire cosi il nucleo originario della nuova città. (Roberto Pasquandrea)

 " Torremaggiore e il Corteo Storico di Fiorentino" Ciro PANZONE - 1987 -